Si presenta il documento "L'Italia e il futuro dell'euro e dell'Unione europea. Le proposte delle imprese" che è stato presentato giovedì 2 agosto da Confindustria, Abi, Alleanza delle Cooperative, Ania e Rete Imprese Italia e condiviso anche da Confagricoltura. Ancora una volta le principali associazioni di rappresentanza delle imprese e delle banche hanno deciso di fare fronte comune per lanciare un messaggio forte alla politica, secondo quella logica che ci vede tutti accomunati nell'interesse del Paese e della società in cui viviamo.

Si tratta di un documento importante - fortemente sostenuto da Piccola Industria - che sollecita quelle riforme strutturali che l'Italia attende da tempo e pone l'accento sul fattore temporale, chiedendo non solo una scossa anti-crisi ma anche una strategia di politica economica più ampia che consideri una visione sul medio termine. Grande attenzione è riservata anche alla dimensione europea ricordando che i destini del nostro Paese e quelli dell'intera Unione Europea sono inscindibilmente legati. Fra le priorità sono previste le misure che più abbiamo sollecitato, frutto delle nostre riunioni e dei nostri dibattiti.

In particolare :

  • la necessità di intervenire a livello europeo per evitare che gli sforzi relativi al risanamento dei conti pubblici vengano vanificati dall'aumento dello spread con ripercussioni sull'economia reale;
  • il richiamo alla solidità dei nostri fondamentali;
  • la necessità di intervenire sulle tre questioni principali:
  1. deficit (riducendo strutturalmente la spesa corrente e rivedendo la spesa pubblica anche eliminando sprechi e inefficienze)
  2. debito (definendo con tempestività un piano di dismissione e valorizzazione degli asset pubblici anche mediante la revisione delle regole amministrative necessarie per consentirne la piena valorizzazione; rafforzando la lotta all'evasione fiscale; destinando le maggiori risorse alla riduzione dei principali tributi, richiamando la necessità che ai fini del risanamento dei conti pubblici vi siano misure dirette a rilanciare la crescita, approvando la direttiva europea late payments)
  3. crescita (recupero di produttività, riduzione del cuneo fiscale e contributivo, necessità di collegare strettamente gli incrementi retributivi e incrementi di produttività rafforzando e rendendo strutturale la detassazione dei premi e degli straordinari).

E’ previsto inoltre il richiamo alla semplificazione anche della macchina giudiziaria, alla necessità di poter contare su una politica economica focalizzata su pochi chiari obiettivi e su un programma nazionale delle infrastrutture. Al riguardo si richiede anche un'accelerazione dell'utilizzo dei fondi strutturali europei.